PRIMA MOSTRA DI GAETANO VICARI
Il giovane pittore Gaetano Vicari, di 23 anni, studente universitario del quarto anno della facoltà di Lettere, ha presentato le sue opere in una mostra personale nel nuovo salone del Circolo Cattolico di Barrafranca.
E’ la prima mostra d’arte in senso assoluto che viene tenuta a battesimo a Barrafranca.
Un vivo successo di pubblico e di critica. Sono state esposte 25 opere realizzate dal 1956 al 1967.
Di esse alcune riproduzioni di grandi opere ( La crocifissione di S. Pietro del Caravaggio e La Gioconda di Leonardo), che risalgono all’infanzia del pittore, indicano già la sicurezza del disegno e la padronanza dei colori.
Al primo periodo di produzione artistica risalgono le due opere veristiche del 1960 “Il cortile” e “Il pollaio”, che hanno colpito maggiormente i numerosi visitatori per la nitidezza dei colori sempre riposanti e per la grande capacità artistica di trasfigurazione di una realtà in un quadro che diventa poesia.
Dopo una progressiva maturazione di colore e di disegno attraverso Paesaggi ( “Il boschetto di platani” appena baciati dal vento e rischiarati da un pallido sole,”Notturno di laguna” con raggi e riflessi lunari) e Ritratti, si passa alla natura morta.
Questi quadri di Natura Morta, quasi fotografici, realizzati con disegno perfetto e con colori vivaci armoniosamente accostati, indicano un periodo di transizione dell’arte del pittore: dalle opere veristiche a quelle surrealiste.
Le opere, infatti , in cui l’artista rivela completamente la sua arte sono le due surrealiste “Ricordi d’infanzia” del 1966 e “Il Carnevale” del 1967.
RICORDI D’INFANZIA- Su un tappeto verde, come un nastro, girano tre cerchi, con l’ombra che li segue, verso l’infinito: i giochi prediletti del bambino sul verde della speranza. Sullo sfondo una striscia rosea: il tramonto dell’infanzia. In alto tre palloni variopinti con i fili sospesi: i sogni della gioventù. A destra, in una visione sfuocata, una grande pietra, una scala appena accennata, il tetto di una casa: la realtà, la dura realtà della vita.
Un quadro dai colori bellissimi, nitidi, staccati, armoniosi.
IL CARNEVALE è veramente un quadro alla Dalì.
Un pavimento a quadri di svariati colori, verdi, rossi, gialli, blue, azzurri: i colori dell’arlecchino; in fondo al centro un grande sasso, una finestra, una grata: la tristezza della vita.
La mostra ha riscosso, come dicevamo prima, molto successo di pubblico: moltissimi, infatti, i visitatori che si sono succeduti ad ammirare le opere durante i tre giorni di esposizione; molto favorevoli i commenti della critica.
GIORNALE DI SICILIA 1967