IL VENERDI' SANTO A BARRAFRANCA

SETTIMANA SANTA 1993

Sono contattato dall’avvocato Luigi Barbaro, il quale mi comunica che sarebbero venuti dei professori di Torino per vedere e studiare il Venerdì Santo a Barrafranca.
Vengono dal C.L.A.U. Centro Linguistico e Audiovisivi Universitario- via Sant’Ottavio, 20- 10124 TORINO tel. 011/8174064  fax 011/8125815:
MARIA ROSARIA LA TORRE (Assistente Tecnico) Corso Toscana, 10/11   !0149 TORINO  tel. 011/290955.
ANNA MARIA ANCONA (Assistente Tecnico) Via Chiesa della Salute, 47   10147 TORINO  tel. 011/2161471
MARIO VERA (Collaboratore Tecnico) Via Monte Pertica, 8   10146 TORINO 
PIERCARLO GRIMALDI (Professore di Storia delle Tradizioni Popolari) Via Sanguanini, 7   14100 ASTI  tel. 0141/436358
AMBROGIO ARTONI (Professore di Semiologia dello Spettacolo e DIRETTORE del Centro Linguistico e Audiovisivi Universitario di Torino) Corso Dante, 173   14100 ASTI  tel. 0141/216748.
Riprendono tutta la giornata del Venerdì Santo e realizzano un FILM, la cui cassetta m’inviano in anteprima nel gennaio del 1994.
Il film è presentato a Barrafranca durante la Settimana Santa 1944 e precisamente i giorni Martedì 29 Marzo, Sabato 2 Aprile e Martedì 5 Aprile, presso il salone del Centro Incontro Anziani della Parrocchia Maria SS. Della Stella a cura del Centro di Cultura Giovanile e dal sottoscritto.
   Per l’occasione i Professori di Torino inviano il seguente fax:  Torino,lì 29/03/94
Chiar.mo Professore,
                                 come da intese intercorse, le trasmettiamo una breve relazione inerente al Venerdì Santo a Barrafranca.
   Un augurio di buon lavoro e soprattutto di buone Feste a tutti
                                                                             ANNA MARIA ANCONA
Caro prof. Vicari,
                            con i nostri migliori auguri per la prossima Pasqua, Le inviamo i sensi della nostra soddisfazione per l’iniziativa di proiettare pubblicamente il nostro documentario sulla festa del Venerdì Santo a Barrafranca…..
   Non so come giudicherete il nostro film, che è il risultato parziale del nostro incontro con la vostra comunità e con la cultura che esprime. Un incontro che ci ha arricchiti e che come in poche altre occasioni ci ha mostrato il significato del nostro lavoro, che è quello di dar voce e di far conoscere quanta ricchezza umana e culturale sappiano ancora esprimere le tradizioni orali.
    La nostra lettura è perciò stata partecipante, non ci siamo limitati a guardare ma, come sanno coloro che ci hanno aiutato nel lavoro di documentazione, abbiamo voluto immergerci nella vostra realtà culturale per conoscerla quanto più dall’interno, per condividerla, vogliamo dire.
   A Barrafranca abbiamo lasciato tanti amici, ma anche un pezzetto di noi. Se questa sera non possiamo esserci, è per impegni di lavoro che non ce lo consentono: ma ormai un certo contagio si è prodotto, e la sera del Venerdì Santo idealmente saremo lì, per le vie di Barrafranca, ad applaudire “U Trunu” e a unirci al grido dei vostri giovani: “Misericordia”.
   A Lei, professor Vicari, la nostra riconoscenza con la preghiera di esternarla a tutti coloro che ci hanno concesso di realizzare questo film, i cui nomi sono troppi per essere qui ricordati uno per uno.
   Ancora grazie, e a presto
                                                                             AMBROGIO ARTONI
                                                                             PIERCARLO GRIMALDI

p.s.: Il video “U Trunu” oltre all’utilizzo in sede didattica e scientifica universitaria è stato presentato:

- al Convegno Internazionale “Antropologia Visiva e Culturale della Rappresentazione, Il tempo delle feste in Europa”, organizzato dal Consiglio d’Europa in collaborazione con l’Università di Torino e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Torino, ottobre 1993);
- al Convegno del C.N.R. “Sei anni di attività del Comitato Nazionale per la Scienza e la Tecnologia del Beni Culturali” (Roma, marzo 1994);   
    E’ prevista inoltre la presentazione nella rassegna europea di programmi audiovisivi organizzata ad Atene per l’aprile 1994 dalla C.E.E. – Euroregio.
    Successivamente sarà presentato a Budapest, nel mese di novembre 1994 in occasione di un Convegno Internazionale di Etnologia.
             Della festa del Venerdì Santo a Barrafranca ed in particolare della processione di “u Trunu”, si sono occupati quasi tutti gli studiosi locali e dei paesi limitrofi, per la sua popolarità, suggestione e particolarità.
             Quella del Nicotra è una delle più antiche testimonianze di questa festa, seguita dal giudizio del parroco Giunta che mi sembra molto calzante: “ Non è propriamente una processione ordinata, ma si potrebbe dire l’ordine nel tumulto il che la rende più commovente”.
             Di recente io e Diego Aleo abbiamo scritto ampiamente su questa processione nel volume “La Grande Eredità”; se ne è occupato anche Carmelo Orofino in diversi giornali e nel libro “Barrafranca, Storia – Tradizioni –Cultura Popolare”, scritto con Salvatore Licata, il quale a sua volta ha pubblicato sul “Giornale di Sicilia” vari articoli sul Venerdì Santo. Per non parlare degli articoli di Luigi Barbaro su “La Sicilia” e delle pubblicazioni di Filippo Marotta, di Vittorio Malfa, di Antonino D‘Aleo, di Giuseppe Giuliana, di Liborio Centonze e di altri, i quali ne hanno dato molte e a volte complesse interpretazioni.
             Le interpretazioni e le motivazioni sulla processione di “u Trunu” dei vari studiosi locali compresa la mia, anche se a volte originali e azzeccate, non hanno, secondo il mio parere, valore di scientificità, in quanto derivanti principalmente da una situazione affettiva ed emozionale, e non da uno studio specifico e specializzato.
             Coloro invece che hanno dato validità scientifica e valore culturale allo studio di questa festa, sono stati i componenti dell’equipe del Centro Linguistico e Audiovisivi Universitario, dell’Università degli Studi di Torino, composta da Ambrogio Artoni, professore di Semiologia dello Spettacolo e Direttore del Centro, Piercarlo Grimaldi, professore di Storia delle Tradizioni Popolari, e da altri assistenti tecnici.
             La loro “lettura” del Venerdì Santo di Barrafranca, come loro stessi mi hanno spiegato, è stata partecipante, perché non si sono limitati a guardare, ma hanno voluto immergersi nella realtà culturale locale, per conoscerla quanto più dall’interno e per “condividerla”.
             Voglio riportare testualmente le loro prime impressioni su questa festa (mi hanno comunicato che si propongono di scriverne più ampiamente in seguito, perché la ritengono molto interessante e soprattutto unica nel suo genere): “Si tratta di una festa senza eguali, frutto non tanto di una tradizione riproposta come spettacolo folclorico, ma di una vera passione collettiva che sa riunire la vostra comunità nell’azione partecipante di tutti i suoi membri. Festa della virilità, rito di passaggio, inno alla fertilità e alla rigenerazione della natura: i significati sono evidenti, ma la loro stessa forza ci sembra essere ecceduta e superata dal vero e proprio miracolo – nella società complessa – di vedere realizzare intorno alla processione del Venerdì Santo la compiuta identità di un’intera comunità, arricchita nell’occasione dalla partecipazione di molti suoi membri che durante l’anno vivono e lavorano altrove, in Italia e all’Estero.
             Quello che colpisce, soprattutto, è l’entusiasmo dei giovani, che nella festa non vedono l’improbabile rappresentazione di un tempo ormai lontano, ma una risorsa per l’oggi, la risposta collettiva a una condizione sempre più connessa all’individualità dell’uomo gettato nel mondo senza patrie e utopie. Realizzando nell’azione rituale, nella sua spontaneità e violenza, il mito delle origini, i giovani di Barrafranca mostrano di saper ritrovare la forza ella tradizione come porta spalancata verso un possibile domani, solidale e produttore di nuova cultura. Il dio solare, il Cristo illuminato e coperto di ori, così diverso da quello della tradizione canonica, ne è la metafora e la rinnovata rappresentazione.”.
              Dalle riprese effettuate dai componenti dell’equipe è stato realizzato un documentario che, come loro affermano, è il risultato parziale del loro incontro con la nostra comunità e con la cultura che esprime. “Un incontro che ci ha arricchito, - confessano -, e che come in poche altre occasioni ci ha mostrato il significato del nostro lavoro, che è quello di dar voce e di far conoscere quanta ricchezza umana e culturale sappiano ancora esprimere le tradizioni orali.”.
              Il video “u Trunu” è utilizzato in sede didattica e scientifica in varie Università europee ed è stato presentato, fino a questo momento al Convegno Internazionale “Antropologia visiva e Culture della Rappresentazione. Il Tempo delle Feste in Europa.”, organizzato dal Consiglio d’Europa, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche e tenuto nell’Università di Torino; al Convegno del C. N. R. “Sei anni di attività del Comitato Nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Beni Culturali” di Roma; alla Rassegna Europea di Programmi Audiovisiviorganizzata dalla C. E. E. ad Atene; e al Convegno Internazionale di Etnologia di Budapest.         
             Gaetano Vicari

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