DISCORSO DI DIEGO ALEO PER IL COMPLETAMENTO DEL DIPINTO DI S. SEBASTIANO DI GAETANO VICARI


PICCOLE COSE CHE CI FANNO GRANDI

    Sono le piccole cose che ci fanno grandi, che aggiungono piccole tessere al grande mosaico che è la nostra vita e la vita della nostra comunità.
    Mentre, infatti, la maggior parte del mondo si dibatte in una grande crisi economica dalla quale nessuno, purtroppo, ha chiaro come uscirne e mentre constatiamo che mancano ricette e terapie valide e idonee a guarire il grande ammalato, noi ci appressiamo a celebrare un piccolo, piccolissimo evento, ignorato non solo dai mass media, ma anche dagli abitanti di questa “rimota parte alla campagna uscendo”.
    Se tendiamo l’orecchio, qui, comprendiamo che viviamo, in un posto dove sentiamo l’abbaiare dei cani e il miagolio dei gatti e il canto degli uccelli e il tubare delle colombe; sentiamo il parlottare sonante delle donne e la voce grave dei soliti passanti; sentiamo il suono degli altoparlanti della chiesa che ci proiettano in un mondo fatto di valori e di spiritualità; assistiamo trepidanti alle albe e ai tramonti e sappiamo con certezza se pioverà, solo se offriamo i nostri visi di paesani incalliti alla brezza del mattino.
    Se accendiamo la tv, invece, entriamo in mondo finto, affollato di personaggi che non incarnano le nostre passioni e non risvegliano i nostri interessi, in un mondo dove vivono esseri che ci incantano con le loro promesse e che assopiscono il nostro naturale spirito bellicoso. Sono i “sapientoni ignoranti” che si riempiono la bocca di parole incomprensibili e tentano di addomesticare le nostre intelligenze e piegare il nostro spirito. E vediamo i predicatori di “cupo pessimismo” rivestirsi di abiti monacali e altri al contrario costretti a professare un “ottimismo fantastico” che trae vitalità solo dai fantasmi di un potere ormai decaduto e finito e disperso in un terreno improduttivo.
    In questo mondo che segna il nostro vivere quotidiano, oggi si incastona un piccolo evento che vivrà e crescerà e nel piccolo ci farà grandi interpreti e protagonisti di storie grandi.
    “E’ volontà di una signora donare a questa chiesa due tele, cosa ne pensate? Cosa rappresenteremo in esse?”   E’ il breve comunicato che il parroco della Parrocchia “Madre della Divina Grazia” di Barrafranca, don Salvatore Nicolosi, diffonde con vera soddisfazione. Ne parla con amici e sceglie anche il pittore che dovrà eseguire le due opere. Comunica l’idea nella predica della Messa domenicale ai fedeli che già proclamano i loro soggetti: “L’Addolorata!”, propone il prof. Pino Giunta e raccoglie il plauso di parte dell’assemblea,  e via via altre proposte che vivono e muoiono in un batter d’occhio.
    La proposta si rafforza e vive in un incontro non programmato, casuale tra il Parroco e il sottoscritto, segretario del Consiglio Pastorale della Parrocchia, nonché amico fraterno del Parroco. E’ in esso che si decide il progetto e i temi da rappresentare. Le tele saranno collocate nell’abside e impiantate ai lati dell’altare dentro le cornici di stucco già predisposte. Ad eseguirle viene chiamato il prof. Gaetano Vicari di Barrafranca, noto per la sua opera pittorica e per la sua convinta e matura religiosità. Gaetano Vicari è anche il pittore della Madonna della Stella, nostra veneratissima compatrona. Nel lontano 1977, infatti, il 20 luglio, l’antica tela con tutto l’oro che teneva cucito fu rubata e mai ritrovata. “Attualmente l’arca contiene un nuovo quadro della Madonna della Stella, dipinto nel 1978 dal prof. Vicari. Un anno dopo il furto, infatti, venne bandito un apposito concorso al quale parteciparono otto pittori. La  Commissione d’Arte Sacra, presieduta  dall’allora Parroco della chiesa “Maria S.S. della Stella” Sac. Giuseppe Zafarana, scelse all’unanimità il dipinto di Gaetano Vicari “ avendo riguardo della continuità storica e della finalità di culto che il nuovo quadro doveva avere”.  
    “E se invece di due fossero quattro le tele!” dice il sottoscritto “riusciremmo ad abbellire l’abside, il colore allieterebbe la nostra vista e due opere collocate vicino all’altare sarebbero visibili da tutte le parti”.  “Bellissimo!” fu l’immediata risposta del Parroco “si può fare. Due tele le offriamo io e mia sorella, una la paghi tu ed una tua cugina Pina ”. “Io!!!! e la casa? Dove li prendo i soldi….” “Non temere li anticipo io”. Fu tutto deciso e con la compiacenza anche del pittore furono scelti i soggetti: Due avrebbero rappresentato la storia della chiesa e due aspetti religiosi fondanti la nostra comunità. A sottolineare la storia della chiesa si decide di dipingere in una tela  S. Sebastiano, a ricordo principalmente del portale che dalla chiesa di S. Sebastiano, l’attuale Madrice, fu collocato in questa. Il secondo tema richiama la storia di Giuditta e Oloferne, dal momento che è rimasto nell’immaginario collettivo un evento: La rappresentazione della storia di Giuditta per le vie del quartiere. Ricordo indelebile, piccola cosa divenuta grande e rappresentata anche dalla prof.ssa Maria Costa in uno dei suoi spettacolari murali che ornano ormai 12 aule della scuola media nel plesso “Verga”.
    Gli altri due dovrebbero rappresentare, il primo il “Battesimo di Gesù”, il secondo “La visita di Maria S.S. a Santa Elisabetta”. 
    Giorno 28 Novembre 2011 è stato portato a termine dal prof. Gaetano Vicari il primo dipinto, raffigurante S. Sebastiano, olio su tela cm. 86x179; ed oggi 9 Dicembre 2011, in attesa di essere collocato in chiesa quando il progetto verrà completato, il dipinto è stato trasportato alle ore 18,30 dallo studio del pittore alla casa del sottoscritto, dove avrà provvisoria dimora . La decisione è stata presa dal pittore che ha anche espresso il desiderio di potere festeggiare l’avvenimento con la “pasta siringata”, dolce di cui è maestra la sorella del sottoscritto Rosa Aleo, collaborata dalle solite persone che vivono affiatate e unite: Pina Mancuso, Rosa e Lucia Marchì. 
    Il quadro rappresenta S. Sebastiano legato ad una colonna e trafitto da dardi e posto davanti al portale della Chiesa.  E’ proprio il portale in pietra scolpita il secondo protagonista del dipinto, poiché, come abbiamo detto prima, è lo stesso di quello dell’antica chiesa di S. Sebastiano, oggi chiesa Madre. Ciò si evince anche dal distico riportato alla base della nicchia, dove, si ritiene che fosse collocata una statuetta di S. Sebastiano.  Il dipinto è stato eseguito con grande maestria e con cura dei particolari, soprattutto quelli del portale, riprodotto con certosina elaborazione. Attrae subito la figura di S. Sebastiano, presentato secondo la tradizionale iconografia e  collocato in un gioco cromatico che varia dal giallo, al verde, dai toni caldi accostati ai toni freddi. Il santo, un bel giovane dalle forme aggraziate e possenti nello stesso tempo, volge lo sguardo in alto in atteggiamento di sofferenza e di donazione di se stesso per una giusta causa. Si intravede inoltre l’influsso dell’opera pittorica rinascimentale, soprattutto quella fiorentina e si sottolinea che a più riprese il Vicari ha avuto occasione di recarsi sulle rive dell’Arno, dove ha affinato il suo stile, studiando l’opera dei nostri grandi artisti del Rinascimento.  
    Questo meraviglioso e straordinario dipinto è il primo dei quattro soggetti progettati ed è stato donato alla chiesa dalla prof.ssa Pina Mancuso, generosa nell’impegno e silenziosa nel donare, nel rispetto della massima evangelica: “la tua mano destra non sappia quello che fa la sinistra”.
    Il prezzo concordato con il pittore è stato davvero irrisorio se si considera che per realizzare l’opera ci è voluto quasi un anno. Si tratta, certamente, di un prezzo simbolico e il pittore a riguardo ha voluto sottolineare che ha regalato alla chiesa gran parte del suo lavoro, che ha richiesto un lungo e faticoso impegno.
BARRAFRANCA, 9 DICEMBRE 2011

                                       Diego Aleo

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