VENERDI' SANTO a BARRAFRANCA anno 1993
CENTRO LINGUISTICO E AUDIOVISIVI UNIVERSITARIO (CLAU)
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO
Torino,lì 29/03/94
Chiar.mo Professore,
come da intese intercorse, le trasmettiamo una breve relazione inerente al Venerdì Santo a Barrafranca.
Un augurio di buon lavoro e soprattutto di buone Feste a tutti
ANNA MARIA ANCONA
Caro prof. Vicari,
con i nostri migliori auguri per la prossima Pasqua, Le inviamo i sensi della nostra soddisfazione per l’iniziativa di proiettare pubblicamente il nostro documentario sulla festa del Venerdì Santo a Barrafranca.
Si tratta di una festa senza eguali, frutto non tanto di una tradizione riproposta come spettacolo folcloristico, ma di una vera passione collettiva che sa riunire la vostra comunità nell’azione partecipante di tutti i suoi membri. Festa della virilità, rito di passaggio, inno alla fertilità e alla rigenerazione della natura: i significati sono evidenti, ma la loro stessa forza ci sembra essere ecceduta e superata dal vero e proprio miracolo – nella società complessa – di vedere realizzare intorno alla processione del Venerdì Santo la compiuta identità di un’intera comunità, arricchita nell’occasione dalla partecipazione di molti suoi membri che durante l’anno vivono e lavorano altrove, in Italia e all’Estero.
Quello che colpisce, soprattutto, è l’entusiasmo dei giovani, che nella festa non vedono l’improbabile rappresentazione di un tempo ormai lontano, ma una risorsa per l’oggi, la risposta collettiva a una condizione sempre più connessa all’individualità dell’uomo gettato nel mondo senza patrie e utopie. Realizzando nell’azione rituale, nella sua spontaneità e violenza, il mito delle origini, i giovani di Barrafranca mostrano di saper ritrovare la forza della tradizione come porta spalancata verso un possibile domani, solidale e produttore di nuova cultura. Il dio solare, il Cristo illuminato e coperto di ori, così diverso da quello della tradizione canonica, ne è la metafora e la rinnovata rappresentazione.”.
Non so come giudicherete il nostro film, che è il risultato parziale del nostro incontro con la vostra comunità e con la cultura che esprime. Un incontro che ci ha arricchiti e che come in poche altre occasioni ci ha mostrato il significato del nostro lavoro, che è quello di dar voce e di far conoscere quanta ricchezza umana e culturale sappiano ancora esprimere le tradizioni orali.
La nostra lettura è perciò stata partecipante, non ci siamo limitati a guardare ma, come sanno coloro che ci hanno aiutato nel lavoro di documentazione, abbiamo voluto immergerci nella vostra realtà culturale per conoscerla quanto più dall’interno, per condividerla, vogliamo dire.
A Barrafranca abbiamo lasciato tanti amici, ma anche un pezzetto di noi. Se questa sera non possiamo esserci, è per impegni di lavoro che non ce lo consentono: ma ormai un certo contagio si è prodotto, e la sera del Venerdì Santo idealmente saremo lì, per le vie di Barrafranca, ad applaudire “U Trunu” e a unirci al grido dei vostri giovani: “Misericordia”.
A Lei, professor Vicari, la nostra riconoscenza con la preghiera di esternarla a tutti coloro che ci hanno concesso di realizzare questo film, i cui nomi sono troppi per essere qui ricordati uno per uno.
Ancora grazie, e a presto
AMBROGIO ARTONI (Professore di Semiologia dello Spettacolo e DIRETTORE del Centro Linguistico e Audiovisivi Universitario di Torino)
PIERCARLO GRIMALDI (Professore di Storia delle Tradizioni Popolari)
p.s.: Il video “U Trunu” oltre all’utilizzo in sede didattica e scientifica universitaria è stato presentato:
- al Convegno Internazionale “Antropologia Visiva e Culturale della Rappresentazione, Il tempo delle feste in Europa”, organizzato dal Consiglio d’Europa in collaborazione con l’Università di Torino e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Torino, ottobre 1993);
- al Convegno del C.N.R. “Sei anni di attività del Comitato Nazionale per la Scienza e la Tecnologia del Beni Culturali” (Roma, marzo 1994);
E’ prevista inoltre la presentazione nella rassegna europea di programmi audiovisivi organizzata ad Atene per l’aprile 1994 dalla C.E.E. – Euroregio.
Successivamente sarà presentato a Budapest, nel mese di novembre 1994 in occasione di un Convegno Internazionale di Etnologia.